
Roberta De Santis, avezzanese, racconta il periodo storico più oscuro della storia italiana con la voce di una ragazza che, cresciuta in una terra sconvolta da un cataclisma, aderisce al fascismo a occhi chiusi. Lo fa con una voce autentica ed emozionante.
Marsica, 1927. Dopo il devastante terremoto che ha ridotto in macerie Avezzano, la città si prepara a una nuova era. Francesca, ragazza piena di speranze, vede nel fascismo una promessa di cambiamento, una via di fuga dalla miseria e dai sacrifici della vita contadina. Influenzata da Elisabetta, professoressa che mescola l'insegnamento scolastico con la propaganda politica, e dai discorsi degli uomini in camicia nera, la giovane è pronta a sfidare l'autorità del nonno, uomo conservatore e monarchico, pur di ottenere l'agognata iscrizione al partito. Francesca è determinata, in pochi anni scala i ranghi del fascio femminile. A notarla è il generale chiamato a ricoprire la carica di podestà di Avezzano, Guido Di Matteo, affascinato dalla sua bellezza e dalla sua audacia. Guido la corteggia insistentemente e le propone il matrimonio: per Francesca ciò significa affiancare un uomo di valore e diventare la donna più influente della città. Eppure, mentre si avvicina sempre più al cuore del fascismo, comincia a conoscerne la natura violenta: in città si moltiplicano le rappresaglie contro i dissidenti, le torture, gli atti di repressione. Anche contro gli amici di un tempo.
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