ANTICIPAZIONE. Il tenente Egitto tra i ribelli afghani: la guerra di Paolo Giordano

 

ilcorpoumano_testata_homepage_sito.jpg

Negli anni successivi alla missione, ognuno dei ragazzi s'impegnò a rendere la propria vita irriconoscibile, finché i ricordi di quell'altra, dell'esistenza di prima, non si macchiarono di una luce fasulla, artificiale, ed essi stessi non si convinsero che niente di quello che era accaduto fosse accaduto realmente, o per lo meno, non a loro.
Anche il tenente Egitto ha fatto del suo meglio per dimenticare. Ha cambiato città, reggimento, lunghezza della barba e abitudini alimentari, ridefinito certi antichi conflitti privati e imparato a tralasciarne altri che non lo riguardavano - una differenza che non conosceva affatto, prima. Se la trasformazione ubbidisca a un piano o sia il frutto di un processo disorganico non gli è chiaro, né gli interessa. L'essenziale per lui, fin dall'inizio, è stato scavare una trincea fra presente e passato: un rifugio che neppure la memoria fosse in grado di violare.
E tuttavia, all'elenco delle cose di cui è riuscito a sbarazzarsi manca proprio quella che lo riporta con maggiore evidenza ai giorni trascorsi nella valle: a tredici mesi dall'epilogo della missione, Egitto indossa ancora l'uniforme da ufficiale. Le due stelle ricamate fanno mostra di sé al centro del petto, in corrispondenza esatta del cuore. Più volte il tenente ha accarezzato l'idea di rifugiarsi fra le schiere dei civili, ma la divisa militare ha aderito al suo corpo centimetro per centimetro, il sudore ha stinto il disegno della stoffa e colorato la pelle sotto. Se si spogliasse ora, ne è certo, verrebbe via anche l'epidermide e lui, che si sente a disagio anche nella semplice nudità, si ritroverebbe più esposto di quanto non potrebbe sopportare. A che scopo, poi? Un soldato non smetterà mai di essere un soldato. A trentun anni il tenente si è arreso a considerare l'uniforme come un accidente inevitabile, una malattia cronica del destino, evidente ma non dolorosa. La contraddizione più significativa della sua vita si è infine trasformata nell'unico elemento di continuità...

Fonte: Corriere della Sera. Sopra alcuni estratti dal prologo di Il corpo umano, il nuovo romanzo di Paolo Giordano, lo scrittore nato nel 1982 a Torino e autore nel 2008 del bestseller «La solitudine dei numeri primi» (entrambi i libri editi da Mondadori). Già dalle prime pagine— intense, forti e stilisticamente impeccabili —emergono i temi della vicenda e prende forma il carattere principale, quello del protagonista Alessandro Egitto.

giordano_anticipazione.jpg

Pubblicato il 11/10/2012
 
© Copyright 2018 Grandi & Associati - Credits - Privacy Policy - Cookies Policy

Grandi & Associati

Agenzia Letteraria

Questo sito utilizza cookies di profilazione
(anche di soggetti terzi).
Proseguendo nella navigazione del sito
l’utente esprime il proprio consenso all'uso dei cookies.

Per maggiori informazioni si rimanda
all’Informativa Privacy estesa e alla Cookies Policy.