Carmine Abate vince il Premio letterario nazionale Vallombrosa 2017

 

Carmine Abate vince il Premio letterario nazionale Vallombrosa 2017

con Il banchetto di nozze e altri sapori (Mondadori)

Carmine Abate vince il Premio letterario nazionale Vallombrosa 2017 con Il banchetto di nozze e altri sapori (Mondadori). A decretarlo una giuria di cui faceva parte anche Vinicio Capossela, il vincitore della scorsa edizione, che ha scelto il libro di Abate tra i tredici segnalati dalle librerie indipendenti della Toscana.

Carmine Abate ha scelto di devolvere il Premio monetario all’Associazione ONLUS "Acqua per la Vita" fondata da Elio Sommavilla, che opera da decenni in Somalia nello scavo di pozzi ma anche nell’assistenza agli orfani della guerra e all’istruzione.

"Nel Banchetto di Nozze ed altri sapori di Carmine Abate – recita la motivazione della giuria - il cibo trascende la sua funzione di semplice sostegno dell'organismo per assurgere a simbolo dell'avventura, del ricordo e del ritorno e, in fondo, a metafora della vita.
Nei cibi semplici e “saporitosi” che l'autore ci racconta (e con cui si racconta) si raccoglie una esperienza di vita variegata che spazia dalla Calabria ad Amburgo fra tante diverse  vicende e trova una sua sotterranea unità proprio nel cibo.
Poco importa che si tratti di pasta impreziosita dalle mille spezie della cucina calabro-albanese o di semplici wurstel arrostiti sulle bancarelle di qualche città tedesca, è il cibo, nella sua essenzialità di  rappresentante umile, ma forse per questo più vero, del vivere che diventa motivo di riflessione e di ricordo.
Nelle pagine che raccontano una vita il cibo è il filo nascosto che lega assieme le vicende, smuove i ricordi, fa riaffiorare la tenerezza struggente del passato, pur con le sue difficoltà e durezze, e le pagine sembrano scritte intingendo la penna in salse e sottolio, intingoli e minestre, cibi affumicati e dolci di miele e mandorle che diventano la materializzazione dei ricordi e si fondono insieme in un'unica sinfonia in cui esplodono le risate per una riuscita monelleria a caccia di ciliegie o si raggrumano gli odori e i rumori  di una fabbrica per la lavorazione dei sottaceti.
E, come tutte le sinfonie, non manca neanche qui il direttore d'orchestra: il cuoco d'Arberia, figura quasi mitica  che l'autore conosce da bimbo al banchetto di nozze, che è il suo primo vivido ricordo di infanzia, e ritrova da adulto in terre lontane sempre fedele alla sua missione di mescolare esperienze gustose e olfattive diverse amalgamandole in un tutto unico che sa di amore per le cose semplici, genuine, in una parola, vere che intessono la vita di tutti noi e nel ricordo ci fanno ritrovare noi stessi."

Pubblicato il 05/06/2017
 
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