Un ultimo coloratissimo regalo da Giacometta Limentani

 

«L’ultima volta che ho incontrato Giacometta Limentani, mi ha dato un regalo. Aveva appena compiuto novant’anni, eravamo a Genova, a palazzo Ducale, al termine di un suo  brillante intervento a Book Pride. Ha estratto dalla borsa una busta e me l’ha consegnata, gli occhi spettacolari più maliziosi di sempre. Sulla busta era stampata una sua foto degli anni Sessanta – immagino scattata da Walter Cantatore, suo marito e complice – al tavolo di lavoro, sigaretta in bocca, macchina da scrivere davanti, una montagna di libri alle spalle. La poesiola stampata sui due lati della busta recitava così: 

È questa la scrittrice?

Lo pensa chi lo dice?

Ma

È quel che pensa lei

Che dirvi qui vorrei

Con garbo e senza fretta

Guardando

 

Novanta son tanti

contati in contanti

ma quando un’autrice

si mette in cornice

e senza pudore

consegna le prove

di un losco passato

perdono va dato

e ascolto pacato

e sguardo garbato

… ato

            ato

                       ato

                                   ato

Giacometta

11 ottobre 2017

Le prove del losco passato di Giacometta stavano dentro la busta: venticinque copertine con signorine allegramente poco vestite di altrettanti libri scritti da lei e pubblicati con gli pseudonimi più improbabili: I quattro amanti di Wolfgang Goethe, Frankenstein di Mary Shelley, Le sedotte di Guy de Maupassant, Il possesso di Anthony Trollope, Verginità di Samuel Richardson, Mondana di lusso di William Thackeray…

Grazie Giacometta per questo tuo ultimo coloratissimo regalo. Mi permetterà di ricordare, prima ancora della rigorosa studiosa del Midrash e della grande divulgatrice della cultura ebraica in Italia, della scrittrice elegante, dell’amica con cui discutere in qualsiasi momento di politica, di arte e  di letteratura, mi permetterà di ricordare con tanta ammirazione, affetto e gratitudine, una donna che fino agli ultimi anni della vita ha saputo riempire la mia di allegria, di ironia, di anticonformismo, di monelleria e di intelligenza freschissima.»

Stefano Tettamanti

 

 

Pubblicato il 22/02/2018
 
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