La bambina che trovava le cose perdute

Patrizia Emilitri
 

A Vier, un piccolo borgo sospeso nello spazio e nel tempo in provincia di Trento, Noemi Rainer possiede una graziosa vineria, il Rosa Bianca - dove vende composte, sciroppi, uvetta sotto spirito, oltre, naturalmente, al vino - e nasconde un segreto. Un dono che per anni ha chiuso in un angolo del suo cuore, ma che ora, in una mattina di primavera che già profuma d'estate, torna a bussare prepotente nella sua vita.Il segnatempo che domina da più di trent'anni la piazza del paese, infatti, tutt'a un tratto è scomparso. I vieresi ci passano davanti ogni mattina e lo guardano ammirati. 
Qualcuno dice che è magico, qualcun altro, più devoto, è convinto che sia benedetto. Ma, si sa, ognuno vede quel che vuol vedere e ognuno crede ciò che vuol credere. Negli anni, però, a Vier si sono convinti in molti che quella scultura porti davvero fortuna, come promesso dal suo creatore. E ora va assolutamente ritrovata. 
C'è solo una persona che può farlo ed è lei, Noemi, la bambina, ormai adulta, con il dono: quello di ritrovare le cose perdute.

Donna moderna


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