Azzurro, troppo azzurro

Paolo Di Stefano
 

Un romanzo potente, che parla dell'incapacità di trovare una misura di sopportazione della realtà in cui a volte non ci riconosciamo più.

«Un romanzo della disperazione metropolitana sorprendentemente tenero e crudele: Rizzo è un mostro umano, un carnefice che suscita pena e pietà; è il protagonista di una tragedia irresolubile che ci riguarda perché ci sta attorno» – Cesare De Michelis

«Il primo, vero, sofferto per conoscenza diretta, perciò potente romanzo psichico che ci abbia dato un autore italiano del Dopoguerra» – Alberto Bevilacqua

Una vita come altre, quella di Rizzo, immigrato dal sud in una città  del nord, grigia e anonima. Un'esistenza di profonda solitudine che cresce a dismisura fino a sfociare in una spirale di morti annunciate. La claustrofilia del protagonista è figlia del rifiuto di aprirsi agli altri, e Rizzo dall'osservatorio privilegiato del suo divano cova rancori che diventeranno odi e si crogiola nell'ossessione tassonomica della raccolta di ritagli di cronaca nera. Fino a sprofondare sempre più in se stesso, nel buio della malattia dell'anima. L'azzurro, troppo azzurro della canzone di Paolo Conte è non solo colonna sonora delle sue azioni ma anelito, bisogno disperato di evadere dal nero della quotidianità e delle relazioni che Rizzo non si è saputo coltivare. Un romanzo potente, che parla dell'incapacità di trovare una misura di sopportazione della realtà in cui a volte non ci riconosciamo più.

In libreria dal 06/04/2022
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