Troppe buone ragioni

Mario Paternostro
 

Dopo Salvo Montalbano, Guido Guerrieri e Bacci Pagano, un nuovo commissario si affaccia sulla scena del noir italiano. Il suo nome è Ferruccio Falsopepe: un commissario perbene. Una città, Genova, resa viva in tutte le sue pieghe e una storia che sancisce la nascita del Maigret dei vicoli.

MARIO PATERNOSTRO, TROPPE BUONE RAGIONI, IL MELANGOLO

Guardando a Simenon come modello, Mario Paternostro costruisce un’inchiesta incalzante, magistralmente orchestrata, che si svolge nell’arco di tre giorni in una Genova sotto la cappa del sole di mezza estate. L’inchiesta si apre alle 17 e 30 del venti luglio: Augusto Tasca Taschini, figlio di un noto primario di chirurgia, viene rapito mentre sta rientrando a casa nel quartiere di Castelletto. Le forze di polizia si attivano. Ma sarà l’intuito del commissario Falsopepe a risolvere il caso che tiene con il fiato sospeso. La scoperta della verità sarà amara, e sconvolgerà una città la cui borghesia è solo in apparenza irreprensibile nei suoi riti e nella sue abitudini.

Mario Paternostro è nato a Genova nel 1947. Ha lavorato a "Il Lavoro", "Il Giornale" con Indro Montanelli, e a "Il Secolo XIX" di cui è stato capocronista, inviato speciale e vicedirettore. Attualmente dirige l'emittene televisiva "Primocanale" e insegna Teoria e tecnica del giornalismo presso la facoltà di Scienze Politiche. Ha scrito saggi di storia e pilotica. Divide il suo tempo tra Genova e la Puglia dei trulli che ha scelto come buen retiro. leggi QUI la rassegna

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